I baby influencer

Minitsylehacker, coco_pinkprincess, stellaandblaise , clementstwins, gaiaburuburu sono soltanto alcuni dei nickname delle decine di baby influencer che gravitano attorno al fantastico mondo di Instagram, youtube, tiktok e facebook.

Genitori moderni che hanno fatto del proprio bebè baby influencer, star del web da centinaia di migliaia di like.

Il fenomeno è molto diffuso sono tanti i piccoli hanno un profilo social già al momento della nascita e sempre più numerose sono le aziende che affidano la promozione dei propri prodotti a questo genere di testimonial basandosi sul fatto che il pubblico di giovanissimi che segue i social preferisce farsi guidare nelle scelte da propri coetanei sia nel campo della moda che in altri ambiti quali il food e il mondo dei giocattoli e videogame. D’altra parte, da sempre i bimbi influenzano le scelte dei prodotti alimentari ma, se prima ciò avveniva su sollecitazione della tv di questi tempi ciò avviene sempre di più grazie ai social se pensiamo che i baby Youtuber (ad esempio quelli che fanno unboxing di prodotti) riescono ad utilizzare il social come se questo non fosse una barriera e i piccoli che guardano hanno la sensazione di giocare insieme a loro.

Ma come in ogni cosa c’è un rovescio della medaglia. Sono infatti numerosissime le polemiche legate a questo mondo infatti, considerando che fino a 13 anni i bimbi non potrebbero avere un profilo social (invece ne esistono migliaia) sono in tanti ad accusare i genitori di utilizzare i propri bambini per accrescere il conto corrente ma sono altrettanti gli affezionati follower che difendono queste scelte.

Chi scrive pensa che un utilizzo consapevole dei social e del mondo internet in generale può essere utile al bambino per integrarsi al meglio con i propri coetanei e apprendere nozioni in modo smart. E’ infatti inimmaginabile pensare di voler tutelare il proprio figlio di 10 anni tenendolo lontano dai social quando, in effetti, il mondo ormai si incontra lì. E voi? Che ne pensate?

vuoi approfondire? Clicca qui per leggere questo interessante articolo